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L’Assassina del Duce

Nell’epoca del #metoo, e in un momento storico di forti manifestazioni per i diritti della donna tornano alla luce storie di grandi erinni del passato a cui i media dedicano grandi attenzioni. Una di questa è Violet Gibson una intrepida attivista irlandese che attentò alla vita del duce il 7 Aprile del 1926, quando Mussolini era appena uscito dal Campidoglio dove aveva presenziato ad un congresso sulla chirurgia. La 50enne irlandese uscì dalla folla sparando al Duce, che però si salvò… facendo un saluto romano. Difatti alcuni studiosi sostengono che irrigidendosi per il saluto si portò fuori dalla traiettoria di tiro. Il proiettile lo colpì solo di striscio sul naso e non gli arrecò gravi danni. Violet premette di nuovo il grilletto ma l’arma si inceppò. Sottratta a fatica dal linciaggio della folla, fu assolta in tribunale per infermità mentale, anche se era sanissima e capace di intendere e di volere. Il motivo di questa strana assoluzione era la risonanza mediatica che avrebbe avuto un’eventuale condanna, poiché la sua famiglia anglo-irlandese era molto importante e ricca. Lei però rifiutò gli agi e i condizionamenti della famiglia e iniziò a fare attivismo, battendosi per i diritti delle donne e come antifascista. Dopo il processo, la donna venne estradata in Inghilterra e ricoverata in una clinica psichiatrica, dove morì. Il 20 Ottobre scorso il consigliere comunale indipendente Mannix Flynn, scrittore e regista, ha proposto di affiggere una targa commemorativa davanti alla casa dove era cresciuta per far conoscere al mondo la storia di questa donna coraggiosissima, rimasta nell’ombra per troppi anni. Se l’argomento vi ha suscitato interesse e lo vorreste approfondire, vi consiglio: “La donna che sparò a Mussolini” il libro della storica Frances Stonor Saunders, oppure l’episodio 4 del podcast “A morte il tiranno”.

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