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Non Dire Quella Parola


Fino a pochi anni fa, anche solo nominare la parola “sesso” in un contesto scolastico sarebbe stato scandaloso, figuriamoci pensare addirittura di parlarne direttamente attraverso uno strumento come questo, che raggiunge direttamente, potenzialmente, la totalità della scuola. Fortunatamente i tempi sono cambiati abbastanza e oramai, almeno in linea teorica, nelle scuole italiane si riconosce una certa libertà sessuale e una certa apertura al dialogo. Questo è un primo passo importante. La verità però è anche un’altra: un cambiamento culturale richiede del tempo prima di attecchire davvero nelle menti delle persone, e anche ai più cosiddetti “progressisti”, dire “sedia” o “pene” o “vagina” risulta diverso. Nella società ancora piuttosto bigotta di oggi, la sfera sessuale resta un problema enorme, e così un fatto che unisce la quasi totalità della specie umana e anche le altre specie rimane un enorme tabù culturale. Sicuramente è ancora più difficile parlare di certi temi in una società ancora estremamente sessista e machista, cioè che ritiene più importanti gli individui assegnati uomini alla nascita ed eterosessuali. Siamo abituati sin da piccoli che sia scandaloso trattare certi temi. Questo risulta però problematico nel momento in cui, ad esempio, ci si trova in quell’età compresa tra i 14 e i 20 anni in cui ci si inizia a interfacciare, solitamente, alla sfera sessuale. La mancanza di una seria educazione al riguardo porta a un duplice problema: da una parte l’ignoranza completa riguardo alla salute e al benessere sessuali, da un punto di vista fisico, psicologico e del piacere, dall’altro anche la non consapevolezza e la mancanza di una personale ricerca di quale possa essere il proprio benessere sessuale. Questo porta ai soliti schemi nei quali l’uomo è il padrone e dominatore e che, volente o nolente, si trova a svolgere il ruolo dettato dalla cultura patriarcale: quello di essere virile e perfettamente eterosessuale ed eteronormato. Questo schema va ribaltato. Proprio per i particolari anni che si vivono nel Liceo, abbiamo invece bisogno di costruirci, tutte e tutti, pensando al benessere condiviso. In una relazione la norma dovrebbe essere che ciò che è piacere per un individuo, non possa essere tale se allo stesso tempo non è piacere anche per l’altro o gli altri individui. Questo, che potrebbe sembrare una banalità assoluta, è in realtà un gesto rivoluzionario se pensiamo ai tanti piccoli fenomeni di sottomissione che spesso accadono in una relazione. Violenza non è solo quella strettamente fisica: violenza è anche quella che colpisce le persone, goccia dopo goccia, ogni giorno. Ciò significa, sostanzialmente, ribaltare i rapporti di forza costruiti in millenni di cultura patriarcale. Questo è importante che venga tenuto in considerazione sia nella relazione meno fisica, che in quella più fisica e sessuale, che è forse il momento più importante in cui ribaltare quei rapporti di forza. Se questo cambiamento di visione riuscirà ad attecchire nella vita quotidiana e anche nelle scuole, potremo vivere in un sistema diverso basato sull’uguaglianza completa. Una visione necessaria anche nell’educazione scolastica.

Pietro Losio

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