Venerdì 04/02 gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per manifestare il proprio sconforto e disaccordo con il sistema scolastico: “Dopo due anni chiusi in casa siamo stati ributtati in un sistema scolastico in cui siamo dei numeri, in cui dobbiamo tenere duro e farci forza” afferma uno studente di Pavia: città dove, con studenti provenienti da tutte le scuole, si è parlato del malcontento generale tra i militanti della scuola secondaria di secondo grado.
La sensazione di essere stati abbandonati dallo stato e, nel dettaglio, dalle scelte prese dal Ministero dell’Istruzione, è presente in un numero considerevole di ragazzi.
“Bianchi si è rivelato un ministro poco accorto nei confronti delle reali esigenze della comunità studentesca”.
L’idea comune descrive l’amarezza del periodo di didattica a distanza, il quale ha rallentato l’apprendimento e causato difficoltà psicologiche in molti studenti; sembrerebbe che il sistema scolastico stia continuando per la sua strada lasciando dietro sé un’ingente fetta di studenti.
Il cambiamento effettuato all’esame di Maturità, la morte di Lorenzo Perelli e le discriminazioni che ancora oggi avvengono in molte scuole hanno scatenato lo scontento di molti studenti e professori.
In piazza si discute del tasso di suicidi giovanili che in Italia rappresenta la seconda causa di morte più frequente tra i ragazzi dai 10 ai 19 anni, si sente la mancanza di un supporto psicologico adatto, soprattutto dopo il periodo di pandemia che ha portato la percentuale dei ragazzi che soffrono di problemi legati alla salute mentale tra il 16,6% (per i ragazzi) e il 17,2% (per le ragazze), con un totale di 956.000 ragazzi solo nel 2019 (dati Ansa).
Rimane tra i ragazzi il desiderio di un sistema scolastico in cui vengano tenute in considerazione le persone.
La manifestazione si è conclusa in Piazza Vittoria e si è svolta senza incidenti.
Samuele Russo
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