top of page

CASTELLI DI CARTA



In questi momenti di crisi viene naturale farsi la solita vecchia domanda: come siamo arrivati a questo punto? La verità è che risulta sempre molto difficile comprendere quali cause influenzino fenomeni geopolitici di interesse globale. Quello che sta accadendo in Ucraina infatti non è un fenomeno esploso in una settimana. Se se ne parla ora è solo perché in Occidente ci rendiamo conto di una crisi solo quando rischia di colpire il nostro tempio di benessere e stabilità democratica ed economica, o presunta tale.

L'Ucraina e la Russia sono ai ferri corti da decenni. Uno dei momenti più esplosivi vissuti dai due stati è sicuramente avvenuto con l'annessione della Crimea nel 2014. Da allora il fenomeno ha iniziato a diventare parte del dibattito pubblico, seppur sempre circoscritto a una piccola parte. Per Pavia però è diventato argomento pregnante anche per l'omicidio del fotoreporter pavese Andy Rocchelli avvenuto proprio nel 2014 nel Donbass, dove è esploso il conflitto. Omicidio tutt'ora irrisolto principalmente a causa dei silenzi omertosi dato che evidentemente la morte di un fotoreporter di guerra non è un evento comodo. Dopotutto siamo abituati alla morte di chi ricerca la verità e la giustizia.

Il conflitto tra Ucraina e Russia ha in realtà radici molto più antiche. Queste terre iniziarono a entrare nell'interesse dell'Eurasia circa mille anni fa, con l'avvento dei rus, una popolazione vichinga che durante le grandi invasioni dell'anno mille avevano iniziato a popolare l'attuale Russia per poi scendere fino all'attuale Ucraina dato che Kiev, attuale capitale ucraina, era uno snodo commerciale importantissimo tra est e ovest. Si trattava di un'epoca di grandi stravolgimenti, anche a causa della dissoluzione del khanato di Khazaria. In quei secoli iniziarono a mescolarsi tradizioni, credo religiosi e lingue.

Di fatto si iniziò a parlare di unità come realtà storica da seguire verso il '700. Sotto questa spinta, cercando di cogliere la palla al balzo per dare credibilità all'unione, nel 1721 nacque l'Impero Russo, rimando agli antichi rus, un richiamo insomma a un qualche passato comune che in realtà non era mai realmente avvenuto.

Per due secoli questo equilibrio funzionò piuttosto bene. Fu però con la rivoluzione russa e nei decenni successivi che l'Ucraina iniziò a conoscere un periodo buio di gigantesche difficoltà: la rivoluzione stessa fu combattuta per gran parte in Ucraina. Tra 1933 e 1945 l'Ucraina aveva il più alto tasso di mortalità al mondo. Con la collettivizzazione agricola morirono 4 milioni di persone in una delle carestie più terribili della storia recente, mentre nel 1945 l'Unione Sovietica ridisegnò i confini ucraini come, in pratica, erano fino a prima dell'attuale conflitto.

La storia dell'Europa orientale è stata scritta negli ultimi 70 anni, ma in verità ha radici anche più profonde e dunque complicate. Il Donbass è un esempio emblematico che porta con sé una storia di confini e di conflitti che covano sotto le ceneri. Non è per nulla semplice comprendere quali siano le colpe storiche di questo conflitto. Si tratta infatti in primis di equilibri estremamente fragili costruiti da basi NATO e truppe straniere, di milizie neonaziste, di spinte indipendentiste, di scontri causati dalla Russia, di fenomeni migratori. Questi equilibri non potevano che spezzarsi creando un conflitto voluto solo da un dittatore folle e dalla spinta militaresca comandata da interessi economici di tanti Paesi del mondo.

Quello che spesso dimentichiamo è che questo conflitto, come ogni guerra, è la sofferenza di interi popoli. Quello che ci dimentichiamo è che anche le nostre banche e le nostre aziende hanno finanziato questo conflitto per anni. Quello che ci dimentichiamo è che questo è solo uno dei tanti conflitti causati anche dai nostri interessi economici oltre che dal nazionalismo etnico, religioso o storico costruito su misura da chi si siede sulla morte altrui.

E quindi noi da che parte stiamo? Resteremo a guardare come facciamo con ogni altro conflitto continuando a vivere la nostra felice vita occidentale? O saremo invece finalmente in grado di disertare una guerra stupida e di porci fianco a fianco con i popoli e non con gli eserciti non solo in Ucraina ma anche nel resto del mondo? Senza un serio dibattito pubblico questa sarà solo l'ennesima guerra che non siamo stati in grado di disertare.


Pietro Losio

bottom of page