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L’Evolversi della Tecnologia nel Futuro


Molti ragazzi di oggi non saprebbero fare a meno della tecnologia come l’uso del proprio cellulare, della televisione, del computer, dei videogiochi e così via... Queste innovazioni tecnologiche, che per noi oggi sono banali, sicuramente non lo erano prima, per le persone che non hanno mai potuto provarle (o sapere della loro esistenza) o per le persone che hanno solamente potuto provarle in una parte della loro vita: per loro sono state una rivoluzione, che hanno cambiato e che tutt’ora cambiano e agevolano la nostra vita quotidiana in modo incredibile. Possiamo dire senza dubbio che esse siano di una estrema comodità e che abbiano un’enorme quantità di utilizzi disponibili, (per esempio i primi cellulari e di conseguenza le prime chiamate, che hanno preso il posto dei telegrammi o delle lettere scritte), infatti se ci pensiamo la prima cosa che vorremmo fare dopo una rigida giornata di lavoro o una faticosa giornata scolastica non è di certo leggere un libro, ma sederci sul divano o sul proprio letto a guardare la televisione, il cellulare finché non ne abbiamo abbastanza. È questo quello che facciamo, ed è su questo che noi giovani oggi spendiamo diverse ore al giorno, invece, magari, di uscire all’aria aperta, fare altre attività o coltivare passioni. Il loro arrivo nelle nostre vite ha avuto un prezzo: col passare degli anni abbiamo iniziato ad affezionarcisi di più ogni giorno, e più tempo si passava davanti a uno schermo più era normale: la maggior parte dei ragazzi oggi sono dipendenti da essi e hanno iniziato più a vivere in questo mondo elettronico finto più che nella vita vera, probabilmente proprio perché quest’ultima è piena di ostacoli o difficoltà che i ragazzi non riescono a superare da soli. Ai loro occhi magari un mondo virtuale è il loro posto sicuro dove non possono essere attaccati o feriti, dove non hanno né compiti né responsabilità, dove comunque possono fare “amicizie” o conoscere persone nuove. È fondamentale, secondo me, che proprio le persone vicino a loro li spronino a fermarsi e a fargli capire che il mondo fuori, quello vero, che loro hanno messo in secondo piano, è molto più bello, e che non si deve scappare dai propri problemi ma affrontarli. Sinceramente, anche se non mi riguarda in prima persona, penso che sia molto preoccupante quella che molti pensano sarà la vita umana nei secoli a venire: la tecnologia farà passi avanti in ogni settore ogni anno sempre di più: molti hanno pensato che faranno la loro comparsa nella vita umana i robot, intelligenze artificiali (“Alexa, accendi le luci!”) che, sebbene con piccoli compiti banali che l’uomo può dare loro, in qualche modo lo rimpiazzano, eliminando ogni sforzo e fatica che potrebbe fare. Normalmente una persona potrebbe anche pensare che questa visione del futuro sia molto conveniente all’uomo e addirittura potrebbe rimpiangere di non essere nato in un epoca come quella. Beh, io penso il contrario: quale sarebbe il senso di vivere una vita nella quale ci sono degli apparecchi robotici che provano ad essere umani (ma che non lo sono, nonostante la voce) e che prendono il nostro posto nella nostra vita, in modo che noi non dobbiamo fare altro che rilassarci tutto il tempo mentre pensano a tutto loro? In questo modo la vita sarebbe solo vuota, ripetitiva e ogni giorno sempre più monotona: una vita non degna di essere vissuta, nonostante l’estrema comodità, impossibile da negare. Purtroppo, non penso che bisognerà aspettare più di tanto per vedere questo futuro, e penso anche che il suo venire sia inevitabile: l’uomo da sempre ha provato a cercare una soluzione ai problemi o comunque un modo per renderli più semplici e questo è uno dei modi più plausibili con cui può riuscirci (come già succede nel libro “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury).

Ho avuto, non so se per fortuna o per sfortuna, la possibilità di provare che cosa significa essere dipendenti dalla tecnologia: un paio di anni fa, era apparso sul mercato un videogioco da cui tutti erano affascinati, entusiasti di comprarlo e provarlo: insomma aveva tutte le carte in regola per diventare il gioco preferito di molti ragazzi. Un gioco che, senza eccedere nella violenza, lasciava ampi margini di divertimento e libertà. Io decisi di comprarlo qualche mese dopo il suo rilascio ed ero molto eccitato dato che in così breve tempo era diventato un gioco tanto popolare, a cui tutti giocavano con i loro amici in ogni momento libero della loro giornata. Quando lo provai, come con ogni cosa nuova, ero molto spaesato nonostante sapessi che cosa dovessi fare per “vincere”. Feci qualche partita ma le mie prime idee su questo gioco non rispecchiarono affatto le aspettative che avevo, anzi per certi aspetti era anche deludente, vista l’incredibile competitività che avevano i giocatori pur di vincere. Il mio modo di vedere il gioco però, cambiò radicalmente dopo le prime vittorie: ero sempre più determinato a vincere e a provare quel senso di soddisfazione. Da lì ho iniziato a giocarci piano piano sempre più tempo, appena potevo: mi resi addirittura conto, una sera, che nonostante non avessi molta voglia di giocarci, preferivo stare in quel mondo che fare qualcos’altro. Ho deciso di cambiare la situazione un giorno di Giugno, con la scuola appena finita (giustamente senza un minimo pensiero per i compiti estivi), e una marea di tempo libero per rilassarmi: giocai un sacco in quei giorni, arrivando alla sera molte volte con un forte mal di testa ma assolutamente di minima importanza rispetto a quanto mi fossi divertito, dopo avere conosciuto persone da tutta Italia e diverse volte anche da diverse parti del mondo come l’America, la Francia, Spagna, Germania... Una sera, quando finii di rilassarmi, pensai a quello che avevo fatto in quella giornata: nonostante mi sforzassi molto, non mi veniva in mente niente. Non avevo fatto niente che mi ricordassi, fu come passare dalla mattina appena svegli alla sera, e fu bruttissimo: avevo sprecato una giornata estiva che, per com’era in sé, non rivivrò mai più. Da lì iniziai a capire il valore del tempo e di come non bisogna tralasciare cose importanti per cose banali, e iniziai a mettermi dei imiti giornalieri sul tempo che io potevo passare lì. Magari in questo momento a qualcuno sta succedendo la stessa cosa ma non se ne sta rendendo conto e così vale per milioni di ragazzi Se leggete questo articolo vuol dire che vi siete già presi del tempo staccandovi dal vostro cellulare e questo è un bene: provate tutti i giorni a farlo e a ridiventare padroni della vostra giornata, scegliendo voi come spenderla e non subendo passivamente il suo scorrere.


Nicolò Verni

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