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Intervista Prof De’Paoli

Cosa pensa delle preferenze sugli alunni da parte dei prof?

- Penso che non debbano esistere e non credo che al Copernico sia un problema. Io penso che gli alunni vengano giudicati in base a ciò che fanno.


Ci può raccontare una situazione in cui un alunno ha avuto un comportamento dirompente nella sua ora?

- Non essendo più giovane ne ho di episodi da raccontare, ma quello più assurdo è successo una decina di anni fa al Copernico: durante una mia ora un alunno si dondolava con una sedia, ad un certo punto è caduto clamorosamente, io gli ho messo una nota e quindi si è formata una situazione di tensione in classe e un altro suo compagno si è rivolto a me usando una frase surreale: “prof non vorrebbe essere la mia mamma lei?”. In quella situazione non sapevo più cosa dire, ed è servita in quel caso questa frase così assurda a ridurre la tensione che si era creata in quella situazione.


Cosa pensa dell’istruzione italiana e quali sono alcuni dei suoi problemi?

- Io penso che il modello della scuola italiana abbia ancora un significato e un senso sopratutto rispetto invece al modello anglosassone. Io so che voi al liceo vi ponete la domanda: perché studiare latino, la filosofia in un liceo scientifico? A differenza delle scuole inglesi, francesi, tedesche c’è subito dal liceo una specializzazione ovvero che uno tende a studiare poche materie molto, però questo secondo me è l’aspetto positivo della scuola italiana ovvero: la scuola italiana fornisce una coltura generale e che poi all’università il ragazzo/a si specializza. Secondo me è giusto che nella fase della vostra età sia anche un’istruzione di cultura generale, tant’è vero che poi gli italiani hanno un grande successo all’estero come studiosi o scienziati perché secondo me hanno la base che invece a tanti alunni di altri paesi manca. Il punto debole sta nel fatto che sicuramente potrebbe essere organizzata diversamente e il punto più debole secondo me in questo momento potrebbe essere la scuola media che è quella che mi sembra più in crisi perché le elementari e le superiori hanno la loro fisionomia mentre la scuola media non è né carne né pesce in cui bisognerebbe modificare alcune cose.


Vale la pena fare l’insegnante?

- Si. Assolutamente si. Appena laureato io non pensavo di fare l’insegnante, ho provato a fare altri lavori nelle editorie e altro però secondo me lavorare a scuola vale assolutamente la pena perché tutti i giorni si entra in classe e si effettua un rapporto con gli studenti ed ogni anno gli studenti sono diversi e danno qualcosa.


Da piccolo quale mestiere avrebbe voluto fare?

- Da piccolo avrei voluto fare tutte quelle cose che i bambini avrebbero voluto fare ad esempio il pilota di aereo, l’ingegnere, ma sono durate poco come idee.


Cosa le pesa di più di questo lavoro?

- la routine, cioè il fatto che molto spesso il lavoro possa diventare ripetitivo se l’insegnante non riesce a rinnovarsi. Quali sono i suoi interessi al di fuori della scuola? - è molto importante che un insegnante abbia altri interessi al di fuori della scuola e che la scuola non sia la sua unica ragione di vita perché altrimenti è tristissimo. I miei interessi sono tanti da una parte ovviamente la politica e la partecipazione all’amministrazione della cosa pubblica che ho sempre cercato di praticare e poi ovviamente la lettura, il cinema, la musica e ovviamente la famiglia ma non la metto nelle passioni.


Qual è il suo più grande successo che ha avuto nell‘insegnamento

- Le generazioni di studenti che poi vedo che si costruiscono la loro personalità e la loro carriera nella vita ad esempio durante la campagna elettorale, nel 2014 in cui sono stato eletto sindaco, ho incontrato dei miei ex alunni e chi era con me si è stupito che loro si ricordassero come libri letti quelli che io avevo fatto leggere loro nel biennio. Questi ragazzi avevano oramai trent’anni e ricordavano ancora positivamente i libri letti allora e che aveva loro lasciato qualcosa. Questo è un piccolo episodio che mi ha colpito.


Quale pensa che sia la più grande sfida che gli studenti debbano affrontare al liceo?

- secondo me è quella di imparare a studiare, superare il meccanismo “ leggo e ripeto” e costruirsi un metodo insomma imparare a leggere il testo, capirlo e ricavare gli aspetti importanti, a collegarli e ad astrarre ciò che si dice. Io penso che la vostra generazione è mediamente più sveglia, più veloce e più pronta della nostra però poi fate più fatica a sintetizzare le informazioni.


Ha qualche domanda da fare agli studenti?

- che cosa vi aspettereste da un insegnante?

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