Da quando il Covid-19 ha cominciato ad essere una seria minaccia per la salute delle persone, siamo stati costretti a digitalizzare il più possibile le attività al fine di ridurre il contatto fisico. La scuola è stata gravemente colpita dalle chiusure dovute alla pandemia e ha dovuto affrontare il problema della didattica a distanza, introducendo nuovi strumenti che permettessero di proseguire le attività scolastiche da remoto. Classroom, un'applicazione che offre la possibilità agli insegnanti di creare classi virtuali, è sicuramente la piattaforma più utilizzata dai professori. L'applicazione consente di assegnare compiti con delle scadenze entro cui essi vanno consegnati. Classroom è una risorsa importante per alunni e professori, ma non sempre viene utilizzata correttamente. Spesso le consegne dei compiti vengono poste al di fuori dell'orario scolastico, addirittura in giorni come la domenica o il sabato a mezzanotte, mentre in epoca pre-pandemica i compiti venivano controllati a scuola. Inoltre, gli studenti sono sempre rintracciabili dai professori, che li contattano durante il loro tempo libero (anche su Whatsapp) per ricordargli di consegnare un compito o per avvisarli dell'inizio delle interrogazioni il giorno dopo, ad esempio. La conseguenza di tutto questo è stato un aumento di stress negli studenti, che non vedono più una differenza tra orario scolastico e tempo libero. Ho chiesto a Camilla, studentessa che frequenta la quarta al Copernico, come fosse stata la sua esperienza con l'utilizzo delle piattaforme digitali per la didattica: “Avere Classroom mi stressa di più rispetto a prima,” - afferma - “ho sempre il pensiero che i prof mi scrivano a qualsiasi ora del giorno; una volta una prof ci ha scritto il sabato pomeriggio su whatsapp, a una mia compagna è capitato di ricevere numerosi messaggi e email anche a ora di cena, sono diventati un po' invadenti. Penso che Classroom abbia sia lati positivi che negativi, nel senso che è molto facile condividere i video e i file, però non lo utilizzerei per mettere le consegne a mezzanotte, preferirei fare come prima del Covid quando i compiti si consegnavano in classe”. Negli ultimi anni si è discusso molto del diritto alla disconnessione in ambito lavorativo e in Italia esso è tutelato dall'articolo 2 del Decreto Legge 30/2021, in cui si legge che: “il lavoratore ha diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche” per tutelare il riposo e la salute, e permettere di staccare un po' la testa dal lavoro. Questo diritto è tutelato nel contratto degli insegnanti, ma non esiste una tutela per gli studenti. La scuola provoca molto stress nei giovani, perciò nelle pause dalle lezioni bisognerebbe evitare di assegnare compiti e scrivere messaggi, e permettere ai ragazzi di distrarsi e rilassarsi, senza avere la preoccupazione di dover sempre fare qualcosa di relativo alla scuola.
Lorenz
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